PAOLO GUBINELLI
L’OPERA SU CARTA
Dal 5 agosto al 2 settembre a Palazzo Fani
Palazzo Fani
Associazione Culturale ACTAS Tuscania
Via della libertà 24, 01017
Tuscania (VT)
Tel 348 8983349 – 346 7375251
Associazione Culturale ACTAS Tuscania
Via della libertà 24, 01017
Tuscania (VT)
Tel 348 8983349 – 346 7375251
Si terrà sabato 5 Agosto, alle ore 18,00 presso Palazzo Fani, in Tuscania, l’inaugurazione della personale di pittura OPERE SU CARTA dell’artista, marchigiano e fiorentino d’adozione, Paolo Gubinelli.
La mostra è promossa e prodotta dall’Associazione Culturale Actas, con il patrocinio del Comune di Tuscania e di BCC Banca di Credito Cooperativo, con la curatela di Giulio Patrizi.
Il catalogo mostra contiene il saggio critico “Nuovi paesaggi dell’anima nelle dissolvenze pittoriche di Paolo Gubinelli” di Fernando Miglietta
Giovedì – Domenica
Ore 17:00-20:00
Chi non ha mai tracciato un segno, una linea, uno scarabocchio su una pagina bianca, un’agenda, un foglio, o un libro, senza chiedersi perché lo avesse fatto? Certamente, un atto di necessità, esprimere così una volontà di rappresentazione ben lontana da una dichiarata razionalità; quasi sempre, gesto e segno immediato, pronto a cogliere un bisogno inconscio di trasfigurazione del pensiero e del proprio momento esistenziale.
Una pura condizione di libertà che ognuno di noi ha vissuto in un particolare momento della sua esistenza in cui segni e sogni irrompono e si riproducono in una spazialità senza tempo, apparentemente lontani da ogni accadimento ma fortemente premonitori, quasi a costruire un alfabeto della mente e dell’anima capace di rendere visibile l’ invisibile bellezza.
E’ questo l’orizzonte, prospettico e culturale, entro cui si muove l’arte di Paolo Gubinelli, artista dalle molteplici sfaccettature, protagonista sin dalla metà degli anni Settanta di una ricerca attenta a sperimentare nuove e diverse possibilità di linguaggio attraverso una espressività creativa capace di inglobare poesia, musica, e architettura. E’ la conquista di una spazialità altra, eretica, libertaria e dissonante, sempre in bilico tra razionalità e irrazionalità, tra caos e progetto, astrazione e figurazione, materiale e immateriale, ragione e sentimento, luce e buio, la vita, la morte.
Un campo spaziale indeterminato carico di stupefacenti dissolvenze che Gubinelli crea e governa attraverso un rapporto intimo con i più svariati materiali; tra tutte, la carta, scelta per le sue preziose rivelazioni semantiche, dove con fare artigianale Gubinelli fa esplodere le sue incisioni e piegature poetiche, ricche di sonorità e musicalità. Una vera e propria grammatica del segno con cui crea atmosfere essenziali e scenografie incontaminate, traccia di sé e del suo destino di artista.
Da Munari ad Argan, a Crispolti, Restany, Strano, non casuali sono, in oltre quarant’anni di attività, i cantori e critici della sua ricerca, miei amici e compagni di viaggio, impegnati a delineare azioni e prospettive di cambiamento. Ora Gubinelli chiede a me di scrivere della sua arte in mostra a Matera, luogo magico ed emblematico di una bellezza senza tempo, e la mia testimonianza critica diviene pagina storica di un racconto senza fine.
Con eleganza e rigore poetico Gubinelli narra, dunque, di paesaggi immaginari, di anime vaganti nello spazio infinito; di segni e spazi che decostruiscono l’alienante razionalità del progetto moderno e rinviano a nuove prospettive poetiche dell’esistenza. Una sfida culturale, prima che progettuale, all’alienante condizione della città e del paesaggio contemporaneo.
Umano e meccanico, memoria e futuro, ritrovano così una pre-condizione temporale, un quadro critico di forma e pensiero che rilancia un diverso significato delle nozioni di natura, tecnologia e globalità.
E’ l’alba di una nuova luce, di una diversa visione del mondo, in cui inediti paesaggi rilanciano la leggerezza e la fragilità delle forme, il valore identitario dei segni come fondamento di un nuovo linguaggio. Una sfida per il futuro che non accetta connivenze ma che, dichiaratamente, marca la differenza di un’azione etica ed estetica.
Gubinelli dunque, non cerca il compiacimento ma lo spaesamento, la differenziazione, la frammentarietà come scomposizione e ricomposizione, sapientemente ricondotta ad un’immagine univoca in cui segni, colore e atmosfere ritrovano complessi intrecci di un consolidato vocabolario.
La sua solitudine allora, è un richiamo alle ragioni dell’arte, di un’arte lontana dai compromessi ideologici e dalle mistificazioni delle logiche perverse di mercato. Nell’era digitale e tecnologica, dell’omologazione e della globalizzazione, le pagine poetiche di Gubinelli ci riportano con la loro duplicità, di semplice e complesso, in spazi sconosciuti e invisibili, dove è ancora possibile ricostruire il mondo, interfacciarsi con una comunità di dialogo e di ascolto; esse ci invitano ad essere umani, a riconquistare libertà di azioni e comportamenti, a riappropriarci dell’orizzonte dello spazio e del tempo, a ridisegnare un paesaggio per l’uomo.
L’arte di Gubinelli, dunque, è un’arte di movimento, dissenziente, radicale. Ricerca la semplicità, la leggerezza, la libertà. La sua ecologia è speranza nel futuro, è identità, ossia capacità ancora di far emozionare, di far pensare oltre ogni confine. Di sperare in una bellezza nuova, oltre ogni possibile profezia.
Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero.
Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.
Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:
Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Mirella Branca, Anna Brancolini, , Carmine Benincasa, Paolo Bolpagni, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Cresti, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo, Mario Luzi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Marchi, Marco Meneguzzo, Fernando Miglietta, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany, Davide Rondoni, Elena Pontiggia, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani e stranieri:
Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodaglio, Alberto Caramella, Roberto Carifi, Ennio Cavalli, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.
Stralci critici:
Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Bongiani Sandro, Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.
Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.
In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.
Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale. Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.
Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.
La Tuscania è nel mio cuore,
mi ha sempre affascinato la sua bella scenografia architettonica
dove sento l’armonia dell’arte e del pensiero,
In Tuscania si sente la poesia del paesaggio con una nota musicale
che accompagna l’emozione di chi sa guardare con occhi profondi
questo incanto meraviglioso dove la bellezza ogni giorno
si risveglia nelle prime luci dell’alba,
un abbraccio a tutti voi per avermi dato questa bella opportunità.